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61 Ed ella: certo assai vedrai sommerso
Nel falso il creder tuo se bene ascolti

ch'io

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L'argomentar ch' io gli farò avverso.
La spera ottava vi dimostra molti

64 La

Lumi, li quali e nel quale e nel quanto

Notar si posson di diversi volti .

Dante nel Convito dassi chiaramente a conoscere ignorante del Greco idioma; imperocchè della Galassia parlando, Quello ( scrive ) che Aristotile si dicesse non si può bene sapere, perchè la sua sentenza non si trova cotale nell' una traslazione, come nell' altra. E credo che fosse l'errore de' traslatori ec. Il testo Greco di Aristotile esisteva e però intendendosi del Greco linguaggio avrebbe Dante potuto vedere in esso ciò che Aristotile dicesse .

All'opposto nella Commedia ne dà il Poeta moltissimi contrassegni di perizia del Greco linguaggio; massimamente, come già avvisai Inf. XIV. 134. e segg., ove fa da Virgilio pretendersi che dal Greco nome Flegetonte dovesse Dante di per se intendere, che il così appellato fiume fosse appunto quel medesimo in cui vedeva il bollor dell' acqua rossa (a).

Or per verificare ambe queste due notizie, egli non sembra possibile altro mezzo se non se che Dante, dopo scritto quanto ha scritto del Convito, si applicasse allo studio della lingua Greca, e perizia della medesima acquistasse prima di scrivere la Commedia .

Vero è che questa conseguenza aggiunta a quello ne manifesta Dante nel medesimo Convito, di averlo cioè scritto dopo provate le miserie del suo esilio (b), ci obbliga a credere che molto tardi scrivess' egli la Commedia ma ciò appunto si richiede dall'epoca dei fatti, de' quali per entro ad essa mostrasi il Poeta notizioso (c) .

--

credo

Quassù, nella Luna - diverso, lucente, ed oscuro che'l fanno i corpi rari e densi. Supponendo essere la Luna, siccom'è la terra, un adunamento di molti corpi, dice di credere, che i corpi rari fanno nella Luna l'oscuro, e i densi il lucido: per, cioè, non potere (secondo l'allegato sistema) i raggi Solari terminare e ripercuotersi dal corpo raro così come dal denso.

61 62 63 Certo assai vedrai sommerso Nel falso, vale, conoscerai certamente molto falso L'argomentar, ch' io gli farò avverso, gli argomenti ch' io farò contrarj al tuo credere.

64 65 66 La spera ottava, la sfera, il cielo delle stelle fisse

(a) Riveggasi quel passo e quella nota. (b) Tratt. 2 cap. 15. (c) La elezione per un esempio tra i molti) di Can Grande signor di Verona in capitano della lega Ghibellina avvenuta nel 1318 solamente, e nondimeno dal poeta nostro nel bel primo canto accennata; e perciò o successa già, o prossima a succedere. Vedi Inf. I 101. e seg. e quella nota.

67

70

Se raro e denso ciò facesser tanto,
Una sola virtù sarebbe in tutti

Più e men distributa, ed altrettanto.
Virtù diverse esser convengon frutti

Di principii formali, e quei, fuor ch' uno,
Seguiteriano a tua ragion distrutti.

vi dimostra, vi espone alla vista. li quali e nel quale, cioè nel più e men lucido, e nel quanto, nel più e meno grande. Li quali nel quale, e nel quanto, leggono l'edizioni diverse dalla Nidobeatina Notar si posson di diversi volti, veder si possono tra loro diversi.

67 68 69 Tanto per solamente. Lat. tantum. VOLPI. Una sola virtù sarebbe in tutti: non sarebbe cioè in essi quella specifica varietà di virtudi, onde Marte per cagion d'esempio, influisce ardire e non amore, Venere amore e non ardimento ec.; ma influirebbero tutti o amore, o ardire о ес. Più e men ec. ellissi insieme e sinchisi, co

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me se fosse in vece detto, E, secondo il più e men denso, altrettanto più e men distribuita; e perciò senza esservi alcuna specifica variazione: imperocchè, giusta lo scolastico assioma, plus et minus non variant speciem. Ammetter Dante l'influenza degli astri, eziandio sopra di noi, manifestasi per ciò che fa dire a Marco Veneziano

Lo cielo i vostri movimenti inizia (a);

e la specifica varietà degl' influssi dà abbastanza a divedere nel far che il bisavolo suo Cacciaguida, valoroso soldato, nascesse nella congiunzione di Marte col Leone (b).

70 71 72 Esser convengon frutti Di principii formali: debbon essere effetto di forme sostanziali diverse. La scolastica filosofia, ch' era la sola al tempo del poeta nostro, insegnava essere due i principii di tutti i corpi, uno materiale, cioè la materia prima in tutti i corpi la stessa, e l'altro formale, cioè la sostanziale forma costituente le varie specie, e virtù de' corpi e quei, fuor ch' uno, Seguiterieno ec., ed essi principii formali a tua ragion (al tuo ragionare, a seconda del tuo stabilimento) verrebbero distrutti tutti, fuor che uno; imperocchè una sola forma sostanziale in tutti i corpi con solamente il più denso o 'l più raro (che non esiggono forma diversa) basterebbe a tutta la varietà che hassi nei corpi .

Il raziocinio di Beatrice (avverte il Venturi) affinchè riesca all' intento, deve supporre per vera questa falsa opinione, che le stelle fisse non abbiano luce propria, ma la ricevano dal Sole, come la Luna, gli altri pianeti: altrimenti a supporre che abbiano la specifica luce

e

(a) Purg. xvi 73. (b) Par. xvi 37. e segg.

73

Ancor se raro fosse di quel bruno

Cagion, che tu dimandi, od oltre in parte,
Fora di sua materia sì digiuno

così questo

76 Esto pianeta, o sì come comparte Lo grasso e'l magro un corpo, Nel suo volume cangerebbe carte. 79 Se'l primo fosse, fora manifesto

Nell' ecclisse del Sol; per trasparere

Lo lume, come in altro raro ingesto.

propria, perchè non potrebbono avere virtù diverse in spezie con avere insieme la medesima rarità o densità ?

La supposizione dich' io, che anche le stelle fisse non abbiano luce propria, rendesi necessaria per poter concludere, che se il raro e il denso nelle diverse parti del corpo Lunare fossero la cagione del loro chiaro ed oscuro, sarebbe la stessa cagione anche nelle stelle dei loro diversi volti, più e meno chiari.

Cotal supposizione però non cade qui non avvertita dal Poeta, COme sembra che il Venturi s'immagini; ma è una conseguenza di quel generale suo sistema, per cui, come ho detto altrove (a), appella il Sole specchio, e specchj parimente gli angeli (b), che il primo agente, cioè Dio, pinge la sua virtù in cose per modo di diritto raggio, e in cose per modo di splendore rinverberato: onde nell' Intelligenze raggia la Divina luce sanza mezzo: nell' altre si ripercuote da queste intelligenze prima illuminate (c): e nella Luna, aggiungerem noi, e nei pianeti ripercuotesi dal Sole per le intelligenze illuminato

vale qui

74 al 78 Cagion, che tu dimandi: omettendo l'articolo dice così in vece di dire la cagion, che tu dimandi, che tu cerchi di sapere, od oltre in parte, Fora ec. Costruzione. O esto pianeta, la Luna fora in parte, in alcuna parte della sua estensione, di sua materia sì digiuno, scarso, mancante di materia siccome tu pensi, oltre lo stesso che da banda a banda; come il Latino trans, onde si formano transverberare: translucere ec. : equivale perciò tutta la proposizione a quest' altra, o passerebbe il raro in alcuna parte tutto il corpo Lunare da banda a banda o sì come ec., o veramente a quel modo che un corpo d'animale sovrappone il grasso al magro, così il Lunare corpo cangerebbe carte nel suo volume ammucchierebbe strati densi e rari : metafora presa dai libri, de' quali le ammucchiate carte, a guisa di strati, ne formano il corpo.

80 81 Nell' eclisse del Sol, quando la Luna è sotto al Sole

(a) Purg. ¡v 62. (b) Par. 1x 61. (c) Convito tratt. 3 cap. 14.

82

Questo non è però è da vedere

Dell altro e s' egli avvien, ch' io l'altro cassi,
Falsificato fia lo tuo parere.

85 S' egli è, che questo raro non trapassi,
Esser conviene un termine, da onde
Lo suo contrario più passar non lassi :

88 E indi l' altrui raggio si rifonde

91

Così, come color torna per vetro,
Lo qual diretro a se piombo nasconde .
Or dirai tu, ch'el si dimostra tetro

Quivi lo raggio più che in altre parti,
Per esser lì rifratto più a retro .

trasparere per trasparire, oltre dello stesso poeta nostro qui ed altrove, adoprano altri pure. Vedi il Vocab. della Cr. come in altro raro ingesto ellissi, come fa il lume ingesto, intromesso in altro corpo raro talmente che la mancanza di materia trapassi tutto il di lui volume da banda a banda.

:

82 Questo non è altra ellissi, per cui tace la particella ma, mile ch' andrebbe premessa.

RI

o si

83 Dell' altre, dell' altro membro della premessa disgiuntiva. VENTUcassi, annulli.

84 Falsificato fia, sarà dimostrato falso.

35 Non trapassi, da banda a banda. VENturi. 86 87 Un termine, un limite, un confine

le pel quale (a)

denso

do

— da onde, dal qua

Lo suo contrario, il contrario del raro, cioè il più passar non lassi, intendi il lume. 88 L'altrui raggio, il raggio vegnente a quello da altro corpo lucisi rifonde, antitesi in grazia della rima, per si rifondi (ribattasi ), che nella terza persona del congiuntivo presente dir si poteva in luogo di rifonda, come dicevasi metti, segghi, legghi ec., in vece di metta, segga, legga ec. (b).

89 90 Come color torna per vetro, Lo qual ec.: come i colorati raggi formanti l'immagine d'alcun obbietto, penetrano la grossezza del vetro dello specchio fino al piombo che gli sta dietro, e sol dal piombo vengono ribattuti indietro.

91 92 93 Ch'el si dimostra tetro Quivi lo raggio ec.: che nella

(a) Della particella dal in vece di per vedi Cinon. Partic. 70 8. (b) Vedi il Prospetto di verbi Toscani negli accennati verbi.

94 Da questa instanzia può diliberarti

97

100

Esperienza, se giammai la pruovi,

Ch'esser suol fonte a' rivi di vostr' arti.
Tre specchi prenderai, e due rimuovi

Da te d'un modo, e l'altro più rimosso
Tr'ambo li primi gli occhi tuoi ritruovi :
Rivolto ad essi fa, che dopo 'l dosso

Ti stea un lume, che i tre specchi accenda,
E torni a te da tutti ripercosso:

103 Benchè nel quanto tanto non si stenda
La vista più lontana, lì vedrai

Come convien, ch' egualmente risplenda.

106 Or come ai colpi degli caldi rai

Della neve riman nudo 'l suggetto,

Luna, nella parte dov'è la macchia, il raggio della luce si fa vedere oscuro, perocchè ivi e rifratto, ribattuto (a) più a retro, in parte più dalla superficie risguardante il Sole rimota.

94 95 96 Da questa instanzia ec. Costruzione. Esperienza, l'esperienza, che suol esser fonte a' rivi di vostr'arte, ch'è quella onde solete dedurre i sistemi vostri filosofici, può, se giammai la provi, la fai, diliberarti da questa instanzia. Instanzia appellasi nelle scuole il replicare che si fa contro alla risposta data all' obbiezzione.

99 Gli occhi tuoi ritrovi, per agli occhi tuoi si presenti. 100 Dopo 'l dosso, dietro alla schiena.

101 Stea per stia (b)

accenda per illumini.

103 104 105 Benché nel quanto ec. Costruzione. Li, in cotale esperimento, vedrai come convien, ch' egualmente risplenda la vista (per l'obbietto, per la illuminazione) più lontana, benchè nel quanto, nella grandezza, tanto non si stenda, intendi quanto le vicine illuminazioni. Dunque (tacitamente conclude), sebbene in alcune porzioni della Luna si ribattesse la Solare luce da parti più dalla superficie rimote, ciò non basterebbe a far di luce bujo, come apparisce.

107 Il suggetto della neve appella la materia della stessa neve.

(a) Vedi l'aggettivo rifratto al medesimo senso ribattuto anche Purg. xv 22, e quantunque la moderna fisica altro intenda per rifrazione, ed altro per riflessione, o sia ripercossione, in realtà nondimeno tanto frangesi la direzione del raggio in passando per una lente, quanto da uno specchio ribattendosi. (b) Vedi Mastrofini Teoria e Prospetto de' verbi Italiani sotto il verbo stare n.16. E

Tom. III.

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