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naturale cioè dal vero presente agli occhi dell' Artista, imperciocchè papa Adriano era morto; nè vale di natural grandezza, il che con altre parole è qui detto: ma unicamente significa al naturale, cioè secondo le vere e naturali sembianze di quel Pontefice.

Che più? eccone il senso, nella vita di Andrea Orgagna, a chiare note determinato: Nella medesima Chiesa fece nella cappella di san Tommaso d' Aquino una tavola a tempera con invenzione capricciosa che è molto loddta, ponendovi dentro detto san Tommaso a sedere ritratto di naturale: dico di naturale, perchè i Frati di quel luogo fecero venire un'immagine di lui dalla badia di Fossanuova, dove egli era morto l'anno 1274. E quello appunto fe' Properzia che l' Orgagna avea fatto: poichè s' io non erro, Ella visibilmente ritrasse il conte Guido dalla gettata effigie di lui: se non che rappresentollo incirca di quella età nella quale egli passò di vita, e (fosse altrui consiglio, o sua propria reminiscenza) meglio conformo al vero i lineamenti del naso, il quale vedi pressochè retto nella Medaglia, ed aquilino nel Basso-rilievo. E dissi meglio conformò al vero perchè il Ghirardacci nelle seguenti parole mi fa ciò fede: Fu il conte Guido di giusta statura, di faccia lunga, di naso aquilino, di occhi vivaci e di venerabile aspetto. Per le quali cose tutte io mi persuado non potersi ragionevolmente dubitare,

ch'egli non sia questo il ritratto del conte Guido de' Pepoli, effigiato da Properzia dei Rossi e da Giorgio Vasari con moltissima lode rammemorato.

Di Chi adunque lavoro, di Chi effigie quel Busto del quale poco innanzi io parlava? 0pera anch'esso per avventura della nostra Scultrice? Immagine forse del conte Filippo de' Pepoli, uom prode nell'armi, da quattro Pontefici onorato del titolo di Presidente perpetuo della Fabbrica di san Petronio, e in ispecial guisa benemerito di quella insigne Basilica? Ogni mia diligenza per averne alcun lume fu indarno. Altri sarà forse, con alquanto più d'agio e di tempo, più di me fortunato.

NOTE

(1) Potrebbe taluno maravigliare, com'io non dicessi che il Vasari tuttavia trovavasi in Bologna allorquando Properzia cessò di vivere: poichè leggiamo nell'11 de' suoi Kagionamenti Lui avere assistito alla coronazione di Carlo V, la quale avvenne a'dì 24 di quel mese istesso che Properzia morì. Ma io ho considerato che egli, nella Vila che di sè scrisse, non solamente non fe' di ciò alcuno ricordo, ma più presto il contrario indusse a pensare colle seguenti parole: Mi condussi per le montagne di Modena a Bologna: dove trovando che si facevano per la coronazione di Carlo V alcuni archi trionfali di piltura, ebbi così giovinetto da lavorare con mio utile e onore. E perchè io disegnava assai acconciamente, avrei trovato da starvi e da lavorare; ma il desiderio che io aveva di rivedere la mia famiglia e perenti, fu cagione, che, trovata buona compagnia, me ne tornai in Arezzo. Era inoltre da por mente a questo passo della Vita da lui narrata di Tiziano; Dicesi che l'anno 1530, essendo Carlo V Imperatore in Bologna, fu dal Cardinal de' Medici Tiziano, per mezzo di Pietro Aretino, chiamato là dove fece un bellissimo ritrallo di S. M. E come ciò non avrebb'egli con certezza saputo, se vera

mente si fosse ritrovato a quei giorni in Bologna ?

(2) Non tacerò intorno a questo proposito una mià osservazione. Dubitavasi per più ragioni, non ostante il detto del Vasari, se Properzia avesse marito ma in alcune Memorie di pagamenti a lei fatti dall'Opera di s. Petronio (recate dall' eruditissimo signor Marchese Virgilio Davia nella sua Illustrazione delle Sculture delle Porte di quella Basilica) notai dato a Properzia il titolo di Madonna, il quale alle sole maritate si competeva. (3) Veggasi l'Opera Le Sculture delle Porte della Basilica di s. Petronio ec. pag. 24.

(4) Avvertasi che, durante la vita di Sperandio, alcun altro non v'ebbe della Famiglia de' Pepoli nominato Guido; tranne un nipote di questo, il quale nel 1528, allorchè quell'artefice più che ottuagenario venne a morte, toccava appena gli undici anni.

(5) Singolarmente bello è detto dal Cicognara nel lib. 5, cap 7 della sua Storia della Scultura. (6) E noto, che la Famiglia Pepoli ha pèr Arme uno Scacchiere di color bianco e nero.

(7) E nè pure il Borghini, il quale disse di quel Ritratto, che fu tenuta una bellissima testa.

(8) I due Angioli, attribuiti a Properzia, che sotto forma di statue oggi veggonsi nell' undecima Cappella di s. Petronio, originariamente, in alcune loro parti, si rilevarono da un piano; come per manifesti segni conobbe (osservandolí, a mia preghiera, diligentemente da presso) il dotto e cortese signor professore Girolamo Bianconi. A ragione perciò si credono, que' medesimi, che il Vasari disse effigiati di grandissimo rilievo dalla nostra Scul

trice.

(9) Il chiarissimo signor marchese Antonio Bolognini Amorini, nella Vila da lui scritta e testè pubblicata di Marcantonio, giustamente notò che

la propria marca, e non quella del Durero, apposta dal Raimondi alle dette sue stampe, abbastanza dimostra, ch'egli volle, non contraffare, ma soltanto copiare con ogni diligenza e per suo maggiore studio le belle incisioni di Alberto.

FINE DEL SECONDO VOLUME.

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