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May with their wholesome and preventive shears
Clip your plylacteries, though balk your ears,
And succour our just fears,
When they shall read this clearly in your charge,
New Presbyter is but Old Priest writ large.

SONNETS.

I.

TO THE NIGHTINGALE.

O NIGHTINGALE, that on yon bloomy spray
Warblest at eve, when all the woods are still,
Thou with fresh hope the lover's heart dost fill,
While the jolly hours lead on propitious May.
Thy liquid notes that close the eye of day,
First heard before the shallow cuckoo's bill,
Portend success in love; O if Jove's will
Have link'd that amorous pow'r to thy soft lay,
Now timely sing, ere the rude bird of hate
Foretel my hopeless doom in some grove nigh;
As thou from year to year hast
sung too late
my relief, yet hadst no reason why:
Whether the muse, or Love call thee his mate,
Both them I serve, and of their train am I.

For

II.

DONNA leggiadra il cui bel nome honora
L'herbosa val di Rheno, e il nobil varco,
Bene è colui d'ogni valore scarco
Qual tuo spirto gentil non innamora,
Che dolcemente mostra si di fuora

De sui atti soavi giamai parco,

E i don', che son d'amor saette ed arco,
La onde l' alta tua virtu s'infiora.

Quando tu vaga parli, o lieta canti

Che mover possa duro alpestre legno Guardi ciascun a gli occhi, ed a gli orecchi L'entrata, chi de te si truova indegno: Gratia sola di su gli vaglia, inanti

Che'l disio amoroso al cuor s'invecchi.

III.

QUAL in colle aspro, al imbrunir di sera
L'avezza giovinetta pastorella

Va bagnando l'herbetta strana e bella
Che mal si spande a disusata spera
Fuor di sua natia alma primavera,

Cosi Amor meco insù la lingua snella
Desta il fior novo di strania favella,
Mentre io di te, vezzosamente altera,

Canto, dal mio buon popol non inteso
E'l bel Tamigi cangio col bel Arno.
Amor lo volse, ed io a l'altrui peso,
Seppi ch' Amor cosa mai volse indarno.

Deh! foss' il mio cuor lento e'l duro seno
A chi pianta dal ciel si buon terreno.

CANZONE.

RIDONSI donne e giovani amorosi
M'accostandosi attorno, e perche scrivi,
Perche tu scrivi in lingua ignota e strana
Verseggiando d' amor, e come t'osi?
Dinne, se la tua speme sia mai vana,
E de pensierilo miglior t' arrivi;
Cosi mi van burlando, altri rivi
Altri lidi t'aspettan, et altre onde
Nelle cui verdi sponde

Spuntati ad hor, ad hor a la tua chioma
L'immortal guiderdon d' eterne frondi
Perche alle spalle tue soverchia soma?

Canzon dirotti, e tu per me rispondi
Dice mia Donna, e'l suo dir, e il mio cuore
Questa e lingua di cui si vanta Amore.

IV.

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DIODATI, e te'l dirò con maraviglia,
Quel ritroso io ch'amor spreggiar solea
E de suoi lacci spesso mi ridea

Gia caddi, ov'huom dabben talhor s'impiglia. Ne treccie d'oro, ne guancia vermiglia

M' abbaglian sì, ma sotto nova idea
Pellegrina bellezza che'l cuor bea,
Portamenti alti honesti, e nelle ciglia
Quel sereno fulgor d' amabil nero,
Parole adorne di lingua piu d'una,
E'l cantar che di mezzo l'hemispero
Traviar ben puo la faticosa Luna,

E degli occhi suoi auventa si gran fuoco
Che l'incerar gli orecchi mi fia poco.

V.

PER certo i bei vostr'occhi, Donna mia
Esser non puo che non sian lo mio sole
Si mi percuoton forte, come ei suole
Per l'arene di Libia chi s'invia,
Mentre un caldo vapor (ne sentì pria)

Da quel lato si spinge ove mi duole,
Che forse amanti nelle lor parole
Chiaman sospir; io non so che si sia :

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